La fine dell’apartheid, rischiava di portare con sé vendette e sanguinose “rese dei conti”. La creazione della “Commissione Verità e Riconciliazione”, che prometteva l’amnistia a chi facesse piena confessione delle violazioni dei diritti dell’uomo, ha dato vita a un processo di pacificazione nazionale che ha favorito la coesione nazionale.
La Commissione presieduta dal vescovo anglicano Desmond Tutu dalla sua costituzione, nel 1995, alla sua chiusura nel 1998 ha tenuto 12mila audizioni in tutto il Paese, ascoltando ogni volta 800-900 persone.

“noi sosteniamo che esiste un altro tipo di giustizia, la giustizia restitutiva, a cui era improntata la giurisprudenza africana tradizionale. Il nucleo di quella concezione non è la giustizia o il castigo. Nello spirito dell’ubuntu, fare giustizia significa innanzitutto risanare le ferite, correggere gli squilibri, ricucire le fratture dei rapporti, cercare di riabilitare le vittime quanto i criminali, ai quali va data la possibilità di reintegrarsi nella comunità che il loro crimine ha offeso… Perdonare e riconciliarsi non significa far finta che le cose sono diverse da quelle che sono. Non significa battersi reciprocamente la mano sulla spalla e chiudere gli occhi di fronte a quello che non va. Una vera riconciliazione può avvenire soltanto mettendo allo scoperto i propri sentimenti: la meschinità, la violenza, il dolore, la degradazione…la verità.” Desmond Tutu