In Italia si sviluppò a partire dagli anni ’70 un crescendo di iniziative nazionali e locali di denuncia dell’apartheid e di sostegno all’opposizione sudafricana. Nel gennaio del 1985 le maggiori organizzazioni democratiche sociali, politiche e sindacali costituirono il Coordinamento Nazionale contro l’Apartheid in Sudafrica che oltre a fare pressioni sul governo per interventi contro il regime razzista fu il punto di riferimento delle iniziative anti-apartheid che si sviluppavano in ogni parte del paese e supportò l’attività del rappresentante dell’African National Congress in esilio in Italia.

Si avviarono delle campagne nazionali per il boicottaggio dei prodotti sudafricani, sopratutto il carbone e l’oro, per il disinvestimento bancario, per la liberazione e l’attribuzione del premio nobel a Nelson Mandela, per l’applicazione delle sanzioni. Diverse banche e imprese si ritirarono dal Sudafrica e nel 1989 furono raccolte 50.000 firme per una legge popolare di sanzioni economiche al Sudafrica.

Più di 200 enti locali si attivarono con iniziative di solidarietà e di sostegno politico all’opposizione sudafricana e aderirono alle campagne del Coordinamento Nazionale.In particolare uno dei primi fu il Comune di Reggio Emilia che si gemellò con l’African National Congress.

Il Coordinamento Nazionale era collegato agli altri movimenti europei attraverso il Liaison Group of the National Anti-Apartheid Mouvements in the European Communities countries.

Nel 1984 si costituì l’AWEPA, l’Associazione dei Parlamentari dell’Europa Occidentale contro l’Apartheid, con più di 2000 aderenti tra cui diversi parlamentari italiani.